Premio Giuria Senior del valore di 1.000 Euro al miglior audiovisivo presentato in concorso: “LA MIA VITA NELLA TUA” dell’Istituto di Istruzione Superiore “A. Paradisi”, Vignola (MO) – 7’00” – 2022
Motivazione Giuria Senior:
Un cortometraggio originale, con testimonianze interessanti ed emozionanti di adolescenti che si raccontano e soprattutto si aprono condividendo con lo spettatore l’intimità delle loro camere che a volte sono doppie a causa dei genitori separati. Si scopre inoltre il rapporto con la scuola, dove si evidenzia quanto lo spazio scolastico sia soprattutto un luogo di crescita e di relazione, dove si vince la timidezza e ci si prepara a una nuova vita.
Menzione speciale Giuria Senior: “I BOZZOLI DI BEPPE” della Scuola Secondaria di Primo Grado “E. Cordero” (Istituto Comprensivo 2), Mondovì (CN) – 4’05” – 2018
Motivazione Giuria Senior
Un cortometraggio, che riscopre e sorprende per l’uso del monregalese, un dialetto della lingua piemontese parlato nella città di Mondovì, utilizzato con bravura dai giovani attori e visualizzato con disegni, fotografie e animazione realizzati con una semplicità accattivante. Un racconto che rivela la cura e la passione per il proprio territorio.
Premio Giuria Young “Medie” del valore di 500 Euro al miglior audiovisivo secondo gli studenti delle scuole secondarie di primo grado: “IN BREVE: L’ALTO ADIGE” del Liceo Artistico “G. Pascoli”, Bolzano – 6’13” – 2022
Premio Giuria Young “Superiori” del valore di 500 Euro al miglior audiovisivo secondo gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado: “FRAMMENTI” dell’Istituto di Istruzione Superiore “D. Bramante”, Roma – 78’14” – 2019
Premio Giuria Social del valore di 500 Euro all’audiovisivo più votato dagli utenti sulle pagine Facebook e Instagram del Festival Mente Locale: “UN FIUME: CORTEO E CANTO DI COMUNITÀ” dell’Istituto Tecnico “G. Salvemini”, Casalecchio di Reno (BO) – 5’17” – 2022
Premio Giuria Senior del valore di 500 Euro per la miglior recensione effettuata da una scuola secondaria di primo grado alla classe I F dell’Istituto Comprensivo Statale “Francesco Paolo Tosti” di Ortona (CH) per il film “IN BREVE: L’ALTO ADIGE” del Liceo Artistico “G. Pascoli”, Bolzano – 6’13” – 2022
Recensione:
Se non avete mai pensato a lavarvi i denti con della senape e un salsicciotto come spazzolino, venite a curiosare nella vita quotidiana di un giovane altoatesino: tutto ciò è possibile! … almeno nelle sue fantasie.
Realizzato dal Liceo Artistico “Pascoli” di Bolzano nel 2022, questo cortometraggio è anzitutto uno spaccato della vita quotidiana in Alto Adige, rappresentata secondo il punto di vista scherzoso di ragazzi. Una scelta decisiva per conferire al racconto ironia, freschezza, immediatezza: il punto di forza principale del film. La routine dell’Altoatesino è ricostruita con attenta cura per i dettagli, che definiscono uno scenario tradizionale e tipico (i costumi, le musiche, la dimora e l’arredamento, gli usi e utensili). Il racconto procede segmentato secondo un’alternanza tra parti di genere fiction, che mettono in scena la vita quotidiana in chiave ironica, e parti documentaristiche, condotte secondo una scrittura oggettiva, per presentare le caratteristiche geografiche e antropiche dell’Alto Adige e del comune di Dobbiaco, porta sulle Dolomiti. Passaggi in dissolvenza rendono fluida la segmentazione. L’interruzione della storia di Dobbiaco con la sigla e i titoli di coda, rende tuttavia la conclusione troppo brusca e secca.
Questo tipo di narrazione che oscilla tra il serio e il faceto può risultare divertente per un pubblico adulto, perfino esaltante per il pubblico più giovane, sensibile ad un certo tipo di grammatica visiva (ammiccamenti e smorfie, capovolgimenti, sbadataggini volute): gli autori sono abili nel controllare questo linguaggio fino a “bucare” lo schermo nella sequenza dell’occhiata lanciata dall’attore allo spettatore. Per il pubblico dei giovanissimi questo tipo di provocazione risulta irresistibile.
Ma il racconto sa esprimere anche profondità: lo spettatore è guidato ad immergersi nel bosco come dimensione dell’anima, essendo vitale il contatto con la natura per un Altoatesino. Questa immersione avviene attraverso il susseguirsi di inquadrature dal campo lungo al campo medio al primo piano, attraverso movimenti di macchina con panoramica osservativa e accompagnante, attraverso una fotografia nitida e cristallina dei paesaggi di montagna, che restituiscono una natura accogliente e rassicurante, fino a culminare nella lettura della poesia Bosco itinerante. Proprio questa sequenza costituisce il cuore del cortometraggio (sia per la collocazione temporale sia per il significato), messa in risalto dal montaggio che fa convergere qui un primo piano, un silenzio, uno sguardo che interrompe, rompe e con ironia irrompe nella quarta dimensione. Il messaggio che si definisce attraverso i temi toccati è attuale (ecologico) e universale: l’Alto Adige è una regione dove uomo e natura convivono in armonia, dove coesistono leggerezza e profondità, natura e civiltà, natura e storia, ozio e impegno. Per cui quell’Altoatesino medio, conosciuto scanzonato sotto la luce dell’ironia, viene ad ergersi alla fine del percorso come testimone di una vita sana in equilibrio con la natura, esempio di umanità.
Premio Giuria Senior del valore di 500 Euro per la miglior recensione effettuata da una scuola secondaria di secondo grado alla classe IV B Liceo Artistico Audiovisivo Multimediale dell’Istituto di Istruzione Secondaria di Secondo Grado “Rosa Luxemburg” di Acquaviva delle fonti (BA) per il film “FRAMMENTI” dell’Istituto di Istruzione Superiore “D. Bramante”, Roma – 78’14” – 2019
Recensione:
Cinque personaggi in balia di loro stessi, ognuno con la propria storia e i propri segreti. Alcuni colmano una mancanza nell’altro, altri semplicemente si trovano senza essersi mai cercati, ma tutti convergono verso un’unica meta: ogni frammento alla fine si ricongiunge in un microcosmo di luci e colori, che pur restituendo unità al mosaico delle storie, non ne sacrificano l’unicità. Questo è Frammenti, un film amatoriale scritto e prodotto dall’Istituto di Istruzione Superiore Bramante di Roma nel 2019. Ci troviamo nella periferia del quartiere Tufello, a Roma, che gli studenti del Bramante scelgono di riprendere con un occhio diverso, dando vita ad un intenso lungometraggio che lascia un nodo in gola.
È la storia di un piccolo mondo che ha inizio a bordo di un comune bus urbano: man mano che il mezzo si inoltra nei meandri del quartiere, uno alla volta i protagonisti e le loro storie scendono dal bus e si diramano, ognuno per la propria strada. Uno sguardo romantico, pieno di affetto, li segue per quelle strade dove imparano a crescere e scoprono cosa vuol dire vivere.
Vita, è questo che il film racconta: ognuno ha la possibilità di crescere sotto la guida di quella maestra di vita che è la strada. Girare attorno al problema non serve a superarlo, imparare a vivere significa attraversare le proprie zone d’ombra.
E così, nonostante alcune imperfezioni di natura tecnica, soprattutto nella colorazione e in alcune inquadrature, il film riesce ad appassionare. La macchina da presa si sofferma sui luoghi sporchi della periferia romana con sguardo sognante: le panoramiche sulla città, le inquadrature dal basso con gli occhi al cielo, i totali contrastanti dei cassonetti pieni di spazzatura, e poi gli sguardi sui mercati, sugli immensi parchi e i grandiosi graffiti, conferiscono delicatezza anche a questi angoli dimenticati della capitale. Un paesaggio che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, raccontati dalla palpabile bravura dei giovani attori, le cui storie sono cucite alla perfezione da un montaggio scorrevole e ritmato. Una macchina da presa che non si ferma mai segue il moto interiore perpetuo e implacabile di questi personaggi dando allo spettatore l’impressione di seguire i loro occhi fino all’interno delle loro anime. Le scene, volutamente “frammentate” da un punto di vista narrativo, sono ricucite insieme da ingegnosi raccordi, come l’utilizzo della musica o il passaggio del ragazzo sullo skate che percorre incessantemente le strade del quartiere, vero e proprio filo conduttore invisibile di tutto il film. Un film che ci insegna a essere più attenti a cosa guardiamo e a come lo guardiamo. Un film sulla vita, un film sulla strada come metafora della vita, un film sullo sguardo come metafora dell’anima.
Roma è de tutti, recitano i versi della canzone che apre e chiude il magnifico quadro della periferia romana che questo film dipinge mettendo insieme i mille frammenti di mille storie. Forse, anche delle nostre.
Menzione speciale CEFA Onlus: “VANESSA E LE VISIONI FUORI LUOGO” dell’Istituto di Istruzione Superiore “Mons. A. Bello”, Molfetta (BA) – 13’34” – 2019