Premio miglior film Giuria Senior: Paesaggi al limite del Liceo artistico Marco di Polo Venezia.
Motivazione Giuria Senior:
Grazie a un racconto che ci conduce delicatamente dentro la materia di un territorio immobilizzato nel tempo, attraversato dal vento e da passaggi di ombre che si muovono davanti alla macchina da presa e in soggettiva, errando in esplorazione di un luogo che riprende vita. Il lavoro sulle fonti ci permette a sua volta di esplorare il paesaggio animale fino al cuore della testimonianza centrale. Un racconto flebile e solido al tempo stesso, in cui le intuizioni del passato rimangono nella memoria come progetti di vita non vissuti.
Motivazione Giuria Senior
Per l’impatto visivo e la scelta del soggetto, che evidenzia conflitti e contraddizioni della nostra cultura ed economia, testimoniando inoltre di come cinematografia documentaria, street art e musica possano soparavvivere anche nelle maglie più strette della nostra realtà.
Premio Giuria Senior alla Miglior Recensione Medie alla classe 2S dell’Istituto Omnicomprensivo Amandola (FM) per la recensione del film Cinema Roma dell’Istituto comprensivo statale n.1 e n.2 Sinnai (Ca);
Recensione:
La scritta del Cinema Roma di Sinnai (Cagliari) si accende grazie all’interesse di un gruppo di preadolescenti che si appassionano del vecchio edificio del centro storico. La curiosità li spinge a cercare testimoni tra quanti lo frequentarono o vi lavorarono, scoprendo pian piano il legame che il “colosso” ha creato con ognuno di loro.
I ragazzi accompagnano assiduamente lo spettatore: essi riprendono con soggettive tecnicamente perfette e oggettive spesso volutamente mosse e/o sfocate, mostrano il lavoro che compiono e tutto quello che apprendono; centrale è il desiderio di confrontare il cinema del passato con l’esperienza odierna, riflettono su generi filmici, su tecniche tramontate, strumenti in disuso fino a trovare un punto di contatto: il cinema è uno spazio ove incontrarsi e parlare, un posto sociale, per la gente di allora come per quella di oggi.
La musica sottolinea gli aspetti della convivialità con nostalgia, permettendo di coltivare la speranza di tornare presto a godere del cinema.
Il consiglio è di guardare il film lasciandosi trasportare dagli occhi stupiti dei ragazzi, liberare la mente per emozionarsi con la loro spontaneità e la meraviglia che essi trasmettono.
Premio Giuria Senior alla Miglior Recensione Superiori alla classe 3C LAM Liceo Artistico Audiovisivo MultimedialeI.I.S.S. “Rosa Luxemburg” di Acquaviva delle fonti (BA) per il film AdOvest – andare e restare del Liceo Statale “Pascasino” di Marsala;
Recensione:
Ogni luogo ha qualcosa in sé che lo rende unico. Luogo della memoria, ma anche non-luogo dell’io all’eterna ricerca di qualcosa. Tra schiumose onde e magici tramonti si intrecciano parole che si lasciano trasportare dai delicati soffi del vento, mentre le barche di Marsala si dematerializzano: le barche sono la metafora nella quale gli studenti dell’istituto superiore Pascasino si riconoscono, granelli di sale in un mare sconfinato.
Il viaggio è il simbolo-matrice di quest’opera, che si concretizza nell’immagine di una valigia abbandonata sul molo. Lasciare quel bagaglio in quel posto in cui si è cresciuti, per raggiungere una realtà sconosciuta, è lasciare qualcosa di sé forse nella speranza di tornare. Come le onde del mare. Un mare che, con sorprendenti inquadrature a piombo, si mostra separato in un est e in un ovest, in un nord ed un sud, da un percorso che raccorda i punti di partenza e di arrivo del racconto filmico. All’inizio è un viaggio personale, un cammino intimo verso le paure ma con la voglia di sfidare i propri limiti; alla fine è l’unirsi in un coro di passi per prepararsi al passaggio tra l’età dei sogni e quella della realtà, che solo affrontato insieme porterà ad una nuova era. Un’alba e un tramonto, una catarsi e un’enfasi, una realtà sospesa tra passato e futuro: andare o restare.
La scelta compositiva, semplice ma efficace, e l’interpretazione spontanea degli attori amatoriali donano sentimento e credibilità al prodotto. La colonna sonora lo rende scorrevole e suggestivo, permettendo allo spettatore di immergersi nella visione. Molto interessante sia la scelta dei campi lunghi che, anche grazie all’uso del drone, valorizzano le bellezze del territorio, sia i movimenti di camera con i vari raccordi, che seguono i personaggi dando allo spettatore l’impressione di entrare nella scena. Originale anche la tecnica narrativa, che gioca sull’alternanza tra le interviste in interno e le riprese dei luoghi in esterno. Il tutto sostenuto da un montaggio fluido che conferisce un ritmo piacevole e coinvolgente a tutto il prodotto. Ben curata anche la coerenza stilistica negli aspetti cromatici: il blu è la nota dominante, nelle sue varie sfumature, una sorta di filo conduttore che ritroviamo nei vestiti, nel cielo, ma soprattutto nel mare. Un mare da cui tutto inizia e tutto finisce, in cui ogni partenza è un eterno ritorno.
Menzione speciale Giuria Senior: alla recensione dell’associazione ArtRue e Sentoiers-Massarib a LA MIA CITTÀ della Scuola Media Statale “N. Zingarelli”, (Ba)
Recensione:
In realtà, noi non abbiamo mai viaggiato. Non siamo mai stati in Italia. Ma abbiamo viaggiato attraverso i film che il festival ‘Mente locale young’ ci ha proposto. Abbiamo viaggiato attraverso quel che i nostri occhi hanno visto e letto in questi film.
La mia città è quello che ci ha catturati di più, e ci ha portato a Bari, città di cui si propone di essere il ritratto.
Prima di tutto siamo stati catturati dal suono e dalla voce. Il suono precede l’immagine, e si sente il mare già dai titoli di testa. Il rumore del mare si mescola a una voce off dal timbro limpido come il cielo e come il chiaro di luna.
Bari, agli occhi dei giovani autori di questo film, è una città a loro cara, e tentano di mostrare ciò che la distingue. E’ questo il motivo per cui si vedono delle persone in contemplazione a ogni angolo.
La rappresentazione della vita quotidiana è resa in modo contemplativo. Questa contemplazione si sviluppa attraverso la varietà delle angolazioni di ripresa: a volte ad altezza dei personaggi, o a terra oppure aeree, che ci sollevano all’altezza degli edifici. Il movimento di macchina più ricorrente in questo film è il carrello, che a volte ci spinge nelle profondità della città e delle strade. La lentezza di questi carrelli è collegata alla contemplazione e alla fantasticheria. E a volte anche lo spostamento dei personaggi nel campo è intriso di questa lentezza contemplativa che conferisce al film una dimensione poetica. Ed è così che la poesia dell’immagine raggiunge quella del testo della voce off creando un’armonia tra il testo e l’immagine.
Ci sarebbe piaciuto sentire anche i rumori della città, che sono sostituiti dalla musica, ad eccezione del rumore del mare all’inizio: se i rumori della città fossero stati presenti, avremmo avuto un paesaggio sonoro accanto alla voce off che evoca i rumori della città in un dato momento, e si sarebbero aggiunti alla poesia delle immagini della città e del testo. I rumori ci avrebbero permesso anche di costruire un legame più forte con la città.
Infine, dopo aver visto questo film ci è venuta voglia di fare un film che racconti la nostra città, Tunisi.