Vincitori 2020

Festival Mente Locale – Visioni sul Territorio 2020

 

Premio “Migliore documentario” va a  IL PASSO DELL’ACQUA di Antonio di Biase – 52’25’’ – Italia 2019

Motivazione Giuria Mente Locale 2020

La grana antica della pellicola con cui è girato “Il passo dell’acqua” restituisce al documentario un profumo di classicità, relegando l’attualità a un rumore di fondo, ma nello stesso tempo non potendo fare a meno di questo rumore. Lo stile asciutto ed essenziale del regista nel raccontare e leggere la realtà circostante mostra di aver fatto tesoro degli insegnamenti derivanti da un approccio documentaristico rigoroso, così come il vecchio pescatore Nicola tiene in gran conto l’insegnamento degli anziani di un tempo per saper leggere il cielo e i suoi mutamenti. Lo sguardo della macchina da presa cerca quasi di nascondersi tanto è l’amore nei confronti dei personaggi e delle loro azioni; così i gesti più usuali, anche quando il filo della narrazione appare esile e rarefatto, sono costantemente percorsi da una viva tensione che sorprende, e il silenzio eloquente delle immagini racconta con rara intensità dell’antico legame fra i paesaggi e i suoi personaggi.

 

Premio “Migliore opera di finzione” e Premio “Elenfant Distribution” vanno a LA VENDEDORA DE LIRIOS di Igor Galuk – 18’31’’ – Argentina 2019

Motivazione Giuria Mente Locale 2020

La vendedora de lirios riesce in pochi minuti a dare voce a due donne di generazioni diverse, al loro bisogno e desiderio di lavorare, nonché alla loro dignità di persone che ogni giorno con perseveranza affrontano le difficoltà della vita. Nel far questo, La vendedora de lirios mostra la persistente ghettizzazione delle popolazioni indigene, ma anche il rispetto che queste nutrono nei confronti della terra, a cui innalzano le loro preghiere e la loro riconoscenza. Con delicatezza e sobrietà, La vendedora de lirios racconta una piccola storia privata in cui convergono temi e conflitti di portata universale.

Motivazione Elenfant Distribution

Abbiamo deciso di assegnare il Premio Elenfant Distribution a La Vendedora de Lirios di Igor Galuk, un corto che ci porta lontano, come in un sogno, tra rumori, profumi e colori di viaggi sperduti, di musiche esotiche, di paesaggi d’artista, di volti dolci e contrastati. Una poesia leggera, non spiegata, ma recitata in maniera lieve e intensa, che lascia spazio e parola alle emozioni dei personaggi, raccontate da occhi che del mondo hanno visto tutto e niente allo stesso tempo. Due eroine così ben dipinte da essere capaci di svelare il loro mondo interiore con ingenua spontaneità, anche grazie a un linguaggio cinematografico che non si perde in estetismi vanitosi e che fa dell’essenzialità il collante di tutta la vicenda.  Vita, Morte, Natura, Terra emergono nel film con la grazia di una nonna e una nipote indigene, che da sole, in territori lontani, combattono quotidianamente la loro battaglia  con la consapevolezza e la serenità di far parte di un unico corpo, della stessa Pachamama. 

 

Menzione Speciale “Touring Club” e Premio “Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano” vanno a Through the lens di Costanza La Bruna – 55’ 51’’ – Italia 2020

Motivazione Touring Club Italiano

Un piccolo, minuscolo, apparentemente trascurabile legume. Di incerta provenienza, di colore vago, per chi biondo, forse rosso o “nivoro“. Duro da lavorare, faticoso da coltivare, antieconomico da raccogliere. Eppure  attraverso i piccoli grani di questa “lens culinaria” passano i flussi di una cultura secolare, si condensano storie, tradizioni, saper fare, sapienza antica e originale intensamente raccontata  per immagini, testimonianze, musiche, dalla lente dell’obiettivo di La Bruna e da quella del microscopio di Speciale.  Dal gesto antico del seminatore ai vari riti che popolano i territori delle piccole isole siciliane, da Ustica alle Eolie, la cultura della lenticchia, la regista ha saputo “zoomare” con professionalità ed empatia svelando quello che resiste di questa manifestazione di archeologia agricola: la nostalgia, la rassegnazione l’orgoglio, il dispiacere per la renitenza dei giovani e il rimpianto, non tanto per la dura fatica, quanto per la perduta solidarietà, “aiuto per aiuto”, le feste e le cerimonie sull’aia che riunivano tutta la comunità, giovani, donne, bambini e asini,  per la “pistata”, la “spagliata”, la raccolta… E quell’inevitabile malinconia che traspare dalle facce cotte dal sole dei testimoni per un mondo sradicato come le piante delle loro lenticchie più buone del mondo dalla globalizzazione agroalimentare viene mitigata dalla testimonianza di chi come Luigi, giovane e in forze, non si arrende, torna e vuole ripopolare la campagna, coltiva lenticchie e accetta la sfida: vedere se è vero l’antico detto delle terre vulcaniche “jetta’n terra che Dio governa”.

Motivazione Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano

Appena abbiamo visto il paesaggio e sentito parlare gli intervistati è stato subito chiaro che non si trattava di gente delle nostre parti.Eppure i visi segnati dal tempo come solchi di campi di grano, il linguaggio apparentemente ruvido ma tradito da un viso sorridente e a tratti quasi “tenero”, ci sono familiari. E’ vero che si parla di lenticchie e non di Parmigiano Reggiano ma chi frequenta i nostri mercati, le nostre feste di paese ritrova molti di questi loro discorsi. Provate a chiedere ad uno dei nostri casari dov’è nato il Parmigiano Reggiano e dove lo fanno più buono: “a Parma,” “no a Reggio Emilia”, “ma a Modena,” “ma no a Mantova ma attenzione, alla destra del fiume Po”, “eh no il migliore è a Bologna, a sinistra del fiume Reno”. Ogni isola della Sicilia ha le migliori lenticchie….tutte lenticchie ma tutte diverse. Anche il Parmigiano Reggiano ha la sua isola, definita dai più “isola del tesoro“ dove clima, territorio, tradizioni e cultura si mescolano con le persone che ci vivono ed esattamente come per le lenticchie, danno  carattere e  peculiarità uniche, anzi i due prodotti sono indissolubilmente legati al territorio. Cosa possono avere ancora in comune questi Davide (la piccola lenticchia) e Golia ( la grande forma di formaggio)? Perché nonostante il duro lavoro l’uomo ha continuato nel tempo a produrle? Certamente è un fatto economico ma viene da pensare che il loro sia nutrimento non solo per lo stomaco ma anche per il cuore e la mente : attraverso la coltivazione e la raccolta della lenticchia passano ricordi, emozioni e una comunità tutta: il dividere fatiche e paure durante i mesi d’attesa;  la felicità e l’allegria delle feste nell’aia dove tutte le famiglie si riunivano. Un tempo presso i caseifici, consegnando il latte, si parlava di politica…ma si trovava anche la fidanzata! Parliamo di condivisione e comunità. L’agricoltore fa il fieno e alleva le vacche, il casaro aggiunge il sapere e l’arte casearia, il tempo e la cura dell’uomo aggiungono la stagionatura. Le parole del giovane che torna nella propria terra e si mette a coltivare lenticchie accendono speranza…esattamente come i giovani che sempre più spesso decidono di continuare il lavoro nell’azienda della famiglia…allevare vacche per fare latte per il Parmigiano Reggiano. Per questo quando ci spostiamo dalla nostra terra abbiamo la necessità di portare con noi qualcosa che ci tenga legati ad essa, oppure quando dobbiamo fare un dono a qualcuno che non è delle nostre zone pensiamo subito ad un qualcosa che dica chi siamo e da dove veniamo. Per noi è il Parmigiano Reggiano, per questi isolani sono le lenticchie. Questi prodotti in modo così semplice e naturale risultano fortemente identitari. D’altronde a Capodanno chi non mangia lenticchie, ritenute portatrici di fortunate ricchezze….e perché si dice “da tavola non ti alzare mai, senza aver mangiato un po’ di formài” …. Si sa che i “detti popolari” sono solo consigli, ma arrivano dall’esperienza e dalla saggezza, elementi che abbiamo ritrovato guardando questo film e che anche per questo sentiamo un po’ nostro. 

 

Menzione Speciale “Mibact” a I GIORNI NEL TEMPO di Enrico Poli – 21’ – Italia 2020

Motivazione  Segretariato Regionale MiBACT Emilia-Romagna

Per il misurato equilibrio con cui è descritta, attraverso l’esperienza drammatica della pandemia, la mutazione del paesaggio storico e monumentale di una città in un nuovo paesaggio interiore e in una inedita prospettiva sui valori identitari.

 

Menzione Speciale “Mibact” a GLI ANNI CHE CANTANO di Filippo Vendemmiati – 90’ – Italia 2020

Motivazione Segretariato Regionale MiBACT Emilia-Romagna

Per la capacità di raccontare con grande lucidità ed efficacia narrativa un periodo storico che ha profondamente mutato i valori della società italiana attraverso la ricostruzione della biografia artistica di un gruppo musicale di impegno sociale e politico la cui produzione rappresenta un importante bene immateriale che può inscriversi a pieno titolo nella grande tradizione della musica popolare del nostro Paese.